Sei indeciso se andare in Erasmus a Vilnius? Vorresti saperne di più sulla vita notturna e sull’organizzazione dell’Università? Non esitare a contattarmi, risponderò con piacere ai tuoi dubbi e alle tue curiosità!
Per sei mesi, dall’agosto 2013 al febbraio 2014, ho vissuto a Vilnius, Lituania. Ci sono andata in Erasmus e quando è stata ora di richiedere in che nazione andare avevo le idee chiare: un paese il più nordico possibile. Qualche anno prima avevo avuto la passione per l’Estonia, nata da un articolo sulle vie medievali di Tallinn trovato per caso, e nella mia libreria faceva capolino la guida Lonely Planet su Lituania, Lettonia e Estonia.
Ho scelto una nazione Baltica per la sua posizione geografica, per i piccoli tesori che sapevo celasse e proprio perché era poco conosciuta. Ancora oggi, purtroppo, non tutti sanno dire in che ordine si trovano le tre Repubbliche Baltiche e quali sono le capitali.
Un paio di anni dopo Nuok mi ha intervistata sulla mia esperienza. Ecco quindi le mie risposte, piene di nostalgia e di consigli per chi volesse visitare Vilnius.
Parliamo ora di una delle città dove hai vissuto, Vilnius.
Come la descriveresti a chi non c’è mai stato?
Un piccolo gioiello. Visitando le repubbliche baltiche dobbiamo toglierci dalla testa l’idea più occidentale di grandezza. Vilnius è una capitale ma è più piccola di Torino, ma questo non la rende meno bella. Se dovessi trovare un’altra parola forse la definirei bianca. Il giorno del mio arrivo ho raggiunto la piazza della cattedrale e sono rimasta accecata.
La chiesa è bianca, così come tutta la pavimentazione della piazza, e sotto il sole di agosto brillava tantissimo. Ma diventa anche bianca d’inverno, quando si ricopre di neve e ghiaccio. Vilnius è così. Si visita in pochi giorni, ma consiglierei di prendersela con comodo, assaporare più l’atmosfera piuttosto che cercare di fare i turisti, anche perché i luoghi di interesse non sono tantissimi. Sono molto belli, ma penso che il loro valore aggiunto sia proprio quello di insegnare cose che altrimenti non ci saremmo aspettati.
Mi sono resa conto che noi europei occidentali consideriamo poco l’est, e ancora di meno la regione baltica, e abbiamo un’idea di Europa che non è sempre aderente con cosa si trova laggiù. Il mio consiglio è quindi di tenere occhi e orecchie bene aperti e imparare il più possibile, sentire quanto ad esempio l’eredità sovietica è ancora vicina e talvolta fa ancora male. Sono cose a cui pensiamo raramente perché non ci hanno toccati.
Altro consiglio personale: visitatela d’inverno. Sono dell’idea che un posto sia da visitare quando è nel suo stato più ‘caratteristico’ o ‘estremo’ e sicuramente è l’inverno il re in Lituania, e i lituani vanno molto fieri del loro clima. Fortunatamente è un freddo secco, quindi basta vestirsi per bene a cipolla. E poi la neve sta benissimo con l’architettura barocca della città!
Che cosa importeresti a Vilnius dall’Italia e viceversa?
Da Vilnius porterei in Italia lo stretto rapporto con la natura che i lituani hanno ancora oggi, anche in città. Nella lingua lituana ci sono addirittura delle parole che significano ‘andare a funghi/a mirtilli ecc’, e fa capire quanto questo sia un popolo ancora legato alla natura, probabilmente anche a causa del clima aspro, da cui tutti devono dipendere. Appena arriva l’autunno è normalissimo vedere persone a spasso con le mani piene di foglie secche, magari entrare così anche in un bar a prendersi un caffè. Tutti raccolgono foglie, probabilmente per decorare la casa. E vicino a Natale, in piazza della cattedrale arriva un camioncino che distribuisce rami di pino.
D’estate invece è pieno di festival musicali in campagna, sulla riva dei tantissimi laghi della Lituania, e i giovani appena possono vanno in gita per i boschi. Ho visto anche classi di bambini dell’asilo andare nei parchi e rastrellare le foglie secche. Trovo che in Italia questa gioia nello stare nella natura stia un po’ scemando, soprattutto nelle città. Sono cresciuta in provincia, e lì alla prima neve, appena usciti da scuola, ci catapultavamo nei giardini a giocare a palle di neve. Qui a Torino sono passata in un parco subito dopo una nevicata ed era vuoto. Mi sono molto stupita, mi aspettavo che almeno i bambini avessero voglia di giocare con la neve.
E da Vilnius importerei anche l’orario ristoranti! Sono aperti tutto il giorno, dalla tarda mattinata fino alla sera, così quando hai fame puoi mangiare, senza aspettare l’ora di apertura.
Dall’Italia a Vilnius invece importerei i marciapiedi. Nella città vecchia di Vilnius i marciapiedi sono a posto, ma appena si esce dalle mura sono distrutti, quasi sempre. Non vi dico le avventure per arrivare in stazione trascinandomi dietro il trolley. E poi porterei un po’ più di arte e cultura. Purtroppo il patrimonio lituano non è grandissimo, quindi i musei hanno sì cose interessanti, ma sono poche e poco ‘sconvolgenti’ in confronto alle nostre. Devo però riconoscere che sono molto orgogliosi di ciò che hanno e fanno di tutto per valorizzarlo: ci sono spesso mostre, e tantissimi festiva musicali, anche di musica non tradizionale (ad esempio Banchetto Musicale è una rassegna di musica rinascimentale).
Devo ammettere che mi vengono in mente più cose che porterei da Vilnius all’Italia che viceversa, sono troppo affezionata alla Lituania così com’è.
Ci consigli 5 indirizzi di Vilnius da non perdere e perché?
Accidenti, mi rendo conto di aver detto che le cose da vedere a Vilnius sono limitate ma ora cinque mi sembrano troppo poche! Cercherò di dire le mie preferite.
Per una bella passeggiata consiglierei di salire sulla Collina delle Tre Croci o Kryžių Kalnas. Si chiama così per le tre croci bianche che svettano dalla sua cima, in onore di tre preti che hanno provato a cristianizzare la Lituania, che è stato l’ultimo paese pagano dell’Europa, ma sono stati uccisi nel tentativo. Vi consiglio però una via alternativa che adoravo prendere. Se si entra in Bernardinų Park e si attraversa il ponte che si trova sulla sinistra, dopo aver costeggiato per un po’ il fiume si troverà una rampa di scale in legno bella lunga. Salirla è una faticaccia, ma ne vale la pena perché in cima ci si ritrova in un bosco in mezzo alla città e la vista dall’alto è mozzafiato.
Per andare invece sul culturale secondo me è d’obbligo entrare in almeno una chiesa ortodossa. Personalmente adoro le loro decorazioni e i colori sgargianti, così diversi da quelli delle nostre chiese. La mia preferita è la Vilniaus Šv. Dvasios Vienuolyno Katedra, in Aušros Vartų gatve 10: la sua parete di fondo verde è meravigliosa.
Sicuramente anche da non perdere è Užupis, che letteralmente significa ‘dall’altra parte del fiume’. Užupis è un quartiere che si è proclamato repubblica indipendente, dentro la città.
Ora è popolato principalmente da artisti, e le loro strane opere sono esposte lungo il fiume. La cosa più interessante del quartiere però è la costituzione ‘della felicità’ di Užupis. La si può trovare scritta e tradotta in ventitrè lingue in Paupio gatve. Molti la trovano buffa, ma io ci vedo molta verità. Un esempio di qualche articolo?
13. Il gatto non è obbligato ad amare il suo padrone, ma deve essere di aiuto nei momenti di necessità
oppure
15. Tutti hanno il diritto di avere dei dubbi, ma non è obbligatorio
o ancora
32. Tutti sono responsabili della propria libertà
e il mio preferito
29. Nessuno può condividere ciò che non possiede.
Per mangiare invece tipico lituano, consiglio di fare un salto da Forto Dvaras, su Pilies gatve, che è la via antica principale della città. Qui si possono assaggiare i famosi cepelinai, dei giganteschi gnocchi di patate ripieni di carne o formaggio, il kepta duona su suriu, pane nero fritto a fettine da intingere nel formaggio e la birra tipica, la Švyturys.
Se invece preferite mangiare più leggero, il mio ristorante preferito è il Vegafè in Totorių gatve 3. Il locale serve cibo vegano o vegetariano secondo la tradizione ayurvedica, quindi, per esempio, niente cipolla. Si può mangiare seduti a terra su dei cuscini, si possono trovare piatti tipici lituani veganizzati come i kibinai, e la loro limonata alla menta è la migliore che io abbia mai bevuto!
Infine come ultima tappa ne consiglio una a cui sono molto affezionata: l’università. Situata in Universiteto gatve 3, nel cuore della città vecchia, è anche un museo ed è la più antica dell’est Europa. Gli studenti possono entrare gratis, mentre i turisti devono pagare un paio di euro per poterne visitare le facoltà, ognuna diversa, la chiesa e i cortili.
Questi sono tredici e le loro pareti sono decorate. In generale tutta l’università riserva delle sorprese, e c’è da perdersi. Con qualche euro in più consiglio di fare la visita guidata, che permette di visitare l’osservatorio e soprattutto le due biblioteche dipinte. Queste sono stupende, mantenute come erano in passato, i loro soffitti sono decorati in blu e oro. Sembra davvero di fare un salto indietro nel tempo. Se però non avete abbastanza soldi da spendere, ma volete avere comunque un assaggio della biblioteca, consiglio di fare un salto nello shop dell’università e di alzare il naso: anche i suoi soffitti sono dipinti!
So che con questo faccio sei o perfino sette, ma non possono non citare il Mint Vinetu in Šv. Ignoto 16/10, il mio bar preferito in assoluto. Il locale è ricoperto di libri, offre the e caffè, un pianoforte e una bellissima atmosfera. E per gli amanti degli animali, anche un bel cagnone!
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