Dopo una laurea in Psicologia, Gabriele Bordone ha deciso di lasciare la sua vita nella provincia di Torino per trasferirsi a Londra, dove ora vive da qualche anno, ha un lavoro stabile e ha conseguito un’altra laurea. Ma crede ancora nell’Italia.
Ti piacciono queste interviste? Qui puoi trovarne altre di persone che come Gabriele hanno vissuto all’estero e di persone che sono invece nate da genitori di diverse nazionalità!
Raccontaci di come hai deciso di trasferirti a Londra
Ho cominciato a maturare l’idea di trasferirmi a Londra nel febbraio del 2014, partendo poi nell’estate dello stesso anno. I motivi furono molteplici, ma potrei suddividerli in tre categorie principali: personali, formativi, e politica, avendo gli ultimi due il peso più significativo. Potrei riassumere dicendo che mi sentivo ingannato dal percorso di studi che avevo scelto, con poche speranze di trovare un lavoro, ed una pressante esigenza di emancipazione. Scelsi Londra per ignoranza più che per convinzione: la capitale è sempre la prima frontiera a cui si pensa quando si espatria un po’ alla cieca come feci io.
Di cosa ti occupi ora?
Oggi lavoro per una compagnia che si occupa di organizzare mercati di prodotti organici ed a kilometro zero: sono uno dei loro manager. Nel frattempo ho conseguito un master in storia contemporanea e impiegato il mio tempo libero iscrivendomi a vari corsi professionali.
Com’è stato spostarsi dalla pronvicia di Torino a una metropoli come Londra?
Sono emigrato con la mia fidanzata (il che ha facilitato un po’ tutto), la quale è però tornata in Italia per un anno per completare i suoi studi. L’anno vissuto da solo è stato decisamente difficile: ho vissuto per un mese in una stanza al tredicesimo piano di un appartamento, divisa dalla stanza diacente solo tramite una tenda; il pavimento di moquette era costantemente umidiccio, il bagno e la cucina in confizioni igieniche precarie, i coinquilini tutti provenienti da parti diverse del mondo, e nessuno di loro parlava inglese.
Tornai in Italia in vacanza per qualche giorno, al mio ritorno trovai oggetti personali di qualcun altro vicino al letto. Il mio “contratto” era scritto sul retro di una pagina di calendario. Lavoravo in un ristorante con sedicente Italiano. Grazie ad un amico trovai un lavoro migliore, e le cose lentamente migliorarono.
Gabriele abita ancora a Londra, Igor invece ha vissuto in diverse città dell’Inghilterra, Londra inclusa, ma ora è tornato in Italia. Qui puoi leggere la sua intervista e scoprire qual è stata la sua città preferita!
Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi di Londra e in generale degli UK?
Risponderò solo alla prima parte della domanda, perché Londra è un oggetto alieno all’interno della GB, ed io non ho mai vissuto in nessun’altra città del regno. Londra è un luogo in cui giocarsi le proprie cartucce, e credo sia perfetta per diventare adulti e sperimentare cose diverse. Vivendo qui ho imparato qualche parola di un gran numero di lingue diverse, quasi come un souvenir di tutte le persone che ho incontrato. Dà anche il privilegio di ricominciare da zero. La proverbiale cortesia degli inglesi è ottima per uno straniero, in quanto incoraggia e fa sentire a casa.
Dopo un po’ di tempo, però, ci si rende conto che la cortesia qui è una scelta di comportamento, più che un principio etico, ed a quel punto ci si sente in una sorta di Truman Show. Va detto che gli inglesi applicano questo principio a loro stessi, il che credo sia connesso all’enorme problema che tutto il paese ha con l’alcolismo. Tra i lati positivi, da italiano, non posso non annoverare la burocrazia snella e le tasse sul lavoro piuttosto basse. Il costo della vita è alto, ma con un po’ di intraprendenza si può risparmiare un piccolo capitale. Non è certo un luogo in cui stabilirsi per sempre.
Quali sono le differenze più grandi che hai notato tra UK e Italia?
Ho risposto in gran parte nella domanda precedente, ma cercherò di aggiungere qualche cosa. Frequento molte persone qui a Londra, ma sono per lo più immigrati come me o anglo-giapponesi/albanesi/italiani, mai inglesi “puri”: con questo ultimi riesco ad avere relazioni cordiali, senza però andare mai fondo. Siamo davvero molto diversi.
Quando me ne andai dall’Italia ero deciso e rassegnato a vederla morire per mano propria: oggi ho capito che c’è molto da salvare nella nostra cultura, e sono deciso e non lasciare nulla di intentato in questo senso. Questo credo sia dovuto al fatto che Londra è molto materialista, ha ritmi veloci, etica ed estetica sono bandite e viste con fastidio o ilarità. La schiettezza è considerata fuori luogo o attraente in quanto bizzarra; i piaceri della vita sono vissuto in modo rozzo. In questo la nostra cultura, per quanto in chiaro decadimento, ancora risente degli echi del suo grande passato: in quanto giovani italiani abbiamo il dovere di agire prima che anche questi echi siano messi a tacere.
Che consigli daresti a tutti quelli che vorrebbero trasferirsi a Londra?
Partite con almeno duemila euro da parte per essere tranquilli (io ne avevo di meno ed ho rischiato grosso), preparatevi a scendere qualche gradino nella scala del vostro personale prestigio: è un rischioso investimento per risalire in qualche anno. Cercate di risparmiare su fumo ed alcool per esempio (comportatevi da adulti) ed investite in qualche corso (anche non universitario): è il modo migliore per imparare l’inglese. Non chiedetevi in un circolo di connazionali. Sul lavoro non comportatevi da schiavi: settate i vostri parametri morali e studiate quelli legali, e pretendere ciò che vi spetta: di lavoro qui ce n’è e nessuno può usarlo per ricattarvi.
Quali sono secondo te le tappe imperdibili in un giro a Londra?
Ho il dovere di essere originale qui, quindi direi:
– il tempio indù ed il suo museo, interamente costruito in marmo di Carrara, lo Shri Swaminarayan Mandir
– I canali vicino a King’s Cross
– Green Park