Eva Massone è cresciuta in Italia da madre polacca e padre italiano. Qui ci racconta come questa sua doppia origine abbia influenzato la sua identità e il suo rapporto con la Polonia.
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Sei nata in Italia da mamma polacca e padre italiano, che ruolo ha avuto la cultura polacca nella tua crescita?
Sicuramente molto importante e scomodo per certi versi. Fino a non molto tempo fa ho quasi odiato questa ricchezza in più e me ne sono per tanto tempo, a torto, vergognata. Questo perché agli occhi degli altri vieni percepita come “diversa” e da alcuni mai totalmente accettata come italiana e tutto ciò a me dava molto fastidio. Ma questo mi è capitato solo in Italia, dove alcuni individui sono stati capaci a quanto pare di essere razzisti anche nei confronti dei propri connazionali.
Crescendo ho capito che le due culture mi appartengono, coi loro pregi e difetti, similitudini e differenze, e che grazie a loro se sono così, se a volte ho modi di fare/pensare diversi, se ho le mie “stranezze” per le quali i miei amici a volte mi prendono in giro ma che per me non lo sono poiché giustificate da una o l’altra cultura. A casa ho imparato che non esiste mai un solo punto di vista giusto o sbagliato, bianco e nero, ma che esistono tantissime scale di grigi e colori, tantissime alternative, modi di vivere e pensare.
Qual è il tuo rapporto ad oggi con la Polonia?
Sereno, equilibrato. Ci sono cose che mi piacciono e amo tantissimo e altre per cui invece mi arrabbio e non condivido, d’altronde come in Italia.
Cosa ti piace di più della Polonia?
La wódka si può dire? Scherzi a parte, la cosa che mi piace di più è il freddo e l’aria che si respira quando cammini per i boschi, sopratutto in inverno o dopo che ha piovuto. La cosa bella è che ci sono tantissimi boschi e laghi, anche vicino a grandi città industriali.
Quali sono le differenze più grandi che noti tra Polonia e Italia?
Senza dubbio il patriottismo.
Il patriottismo e senso di unione che in Italia si percepisce (ahimè) solo durante i mondiali di calcio, i polacchi ce l’hanno sempre, nonostante le differenze tra regioni, come abbiamo qua in Italia, quando le circostanze lo richiedono si dimostrano un popolo molto unito e fiero. La burocrazia, non sto a spiegare il perché, mi sembra evidente che in Italia siamo esagerati.
Inoltre la mentalità dei giovani, per quello che posso vedere tra coetanei, è un po’ diversa: spesso coltivano studi, lavoro e famiglia parallelamente (questo grazie anche alle politiche di welfare) perciò non è strano vedere molte coppie sposarsi e figliare in età molto giovane (a partire dai 20-22 anni), anche se si sta ancora studiando e lavorando.
Ti senti più italiana, più polacca o entrambe?
Italiana. Polacca. Italiana e polacca. Entrambe. Nessuna delle due. In 20 anni non l’ho ancora completamente capito perciò vado a sentimento.
Se mi trovo in Polonia io sono italiana, se mi trovo in Italia io sono polacca, almeno questo è quello che percepiscono le persone nei due paesi appena viene a conoscenza della mia doppia nazionalità, altrimenti non si accorgerebbero di nulla.
A volte sento di essere completamente entrambe le cose (italiana e polacca) a volte di non essere completamente nessuna delle due, perché inevitabilmente c’è qualcosa di polacco nel mio essere italiana e qualcosa di italiano nel mio essere polacca.
Quali sono secondo te le tappe da non perdere in un viaggio?
Oltre alla capitale, Warszawa (Varsavia), consiglierei ancor prima di visitare Kraków (Cracovia) una delle città più fiorenti dal punto di vista culturale e storico e anche perché da lì poi è facile raggiungere altri siti da non perdere quali Wieliczka (una miniera di sale) e Oświęcim (Auschwitz in tedesco) e un’altra città famosa tra i polacchi per la sua bellezza che è Wrocław (Breslavia). Poi ci sono altre città come “la tripla città” ovvero Gdańsk, Gdynia e Sopot che sono le tre città principali sul Mar Baltico, poi Lublin, Toruń (citta natale di Copernico) e Poznań, quest ultima sopratutto da studente universitario.
Da futura veterinaria non posso che consigliare, oltre le città e siti storici, anche la foresta di Białowieża a est del paese al confine con la bielorussia, uno dei luoghi (non è l’unico in Polonia, ma è il più bello, grande e famoso) dove si possono ancora ammirare allo stato brado i bisonti europei, ormai estinti nel resto d’Europa, nonché ovviamente tutti gli altri abitanti della foresta.