Da ormai tre anni Stefano vive e lavora in Svizzera. Ecco la storia del suo trasferimento e la sua opinione sulla Svizzera e la vita all’estero.
Ti piacciono queste interviste? Qui puoi trovarne altre di persone che come Stefano hanno vissuto all’estero e di persone che sono invece nate da genitori di diverse nazionalità!
Partiamo dall’inizio, cosa facevi prima di trasferirti in Svizzera e perché hai deciso di partire?
Tutto questo alla lunga mi ha convinto a cercare lavoro all’estero. L’idea iniziale era di andare in Norvegia (vado pazzo per quel tipo di paesaggi), un’altra possibilità sarebbe stata l’Inghilterra, dove ho degli zii, ma alla fine l’ha spuntata la Svizzera, complici un mio amico che si era trasferito qui due anni prima e il fatto che comunque una delle lingue nazionali è l’italiano.
Da quanto tempo abiti in Svizzera e di cosa ti occupi ora?
Abito in Svizzera da poco più di 3 anni e lavoro come infermiere a domicilio nel luganese
È stato facile ambientarsi? Quali sono le differenze più grandi che hai notato?
Per quella che è la mia personale esperienza ambientarsi è stato tutto sommato abbastanza facile, a livello relazionale ho avuto la fortuna di incontrare gente molto alla mano, a livello lavorativo ho scoperto una realtà (almeno per quello che è il mio posto di lavoro) molto “amichevole” dove da subito tutti hanno cercato di mettermi a mio agio e farmi iniziare nel modo meno traumatico possibile, anche a livello burocratico è tutto molto più snello che in Italia.
Con un paio di mattinate in giro in tutta tranquillità sono riuscito ad ottenere tutti i documenti necessari per il trasferimento in Svizzera (dal permesso di soggiorno, alla conversione della patente, al domicilio, alla cassa malati ecc) il tutto senza code interminabili o uffici che ti rimbalzano in altri uffici che a loro volta ti mandano in altri uffici e così via in eterno, tutto molto chiaro e veloce. Ovviamente non è stato tutto perfetto, cercare casa è stata un odissea, c’è un forte problema sul prezzo degli appartamenti in affitto, assolutamente sbilanciato con quella che è la domanda e la disponibilità economica media effettiva. Ma nel complesso ambientarsi è stato più facile di quanto avrei sperato, ammetto che potrei essere stato più fortunato della media!

Qual è (o quali sono!) un pregio della Svizzera che vorresti portare in Italia?
La prima cosa che mi viene in mente è ASSOLUTAMENTE la pulizia e l’ordine delle città! Un paese come l’Italia, pieno di ogni genere di patrimonio artistico e architettonico ne gioverebbe enormemente. La seconda sono le autostrade! 40 franchi all’anno (circa 36 euro) e vai dove vuoi!
Ti interessa saperne di più delle Svizzera e scoprire qualcosa dei suoi lati più nascosti? Qui trovi il mio reportage su Val Müstair, una valle nel Cantone dei Grigioni che sembra provenire da un’altra epoca.
La Svizzera è un Paese complesso e culturalmente molto vario, hai notato grandi differenze tra un cantone e l’altro e tra le aree linguistiche?
Percepisco una forte dualità nei rapporti con le persone. Incontro gente molto socievole ma anche molto fredda, non so come spiegarlo. Ovviamente è così un po’ ovunque, ma da italiano (del sud per di più!) si sente particolarmente. Educati, cordiali, ma freddi. E più ci si allontana dalle città, dai cantoni di confine, e si va verso l’interno, verso i monti, più lo si percepisce. le differenze linguistiche si fanno sentire in maniera importante, al punto che anche due cantoni vicini di lingua tedesca parlano dialetti talmente doversi da “prendersi in giro”.
Al punto che se hai studiato il tedesco a scuola, e chiedi un informazione, la gente ti risponderà comunque nel suo dialetto, pur conoscendo il tedesco scolastico, pur essendo consapevoli che tu non capirai nulla!